Separazione, divorzio, fine della convivenza
La separazione, il divorzio, la fine della convivenza, pongono la maggior parte delle coppie di fronte ad un vero e proprio abisso, un‘inestricabile crocevia di scelte in cui a farla da padrone assolute sono le emozioni, nonché i sentimenti contrapposti che scaturiscono dalla delusione per il fallimento del proprio progetto di vita.
Siamo preoccupati per il nostro futuro, tanto da chiederci chi saremo “dopo”, come faremo e se conosceremo ancora la serenità.
Siamo preoccupati per i nostri figli. Capiranno le nostre scelte? Quale influenza avrà tutto questo sulle loro vite?
Siamo preoccupati perché i racconti dei nostri conoscenti, che hanno vissuto o stanno vivendo situazioni simili alla nostra, spesso non sono rassicuranti.
La naturale conseguenza di trovarci coinvolti in questa centrifuga di emozioni è che le stesse sfocino nel più comune dei sentimenti: la rabbia.
Sentiamo la necessità impellente di difenderci, di tutelare noi stessi dall’incertezza di un futuro che non riusciamo ad immaginare.
Insomma, sentiamo l’esigenza di trasformare la naturale incertezza di un momento di trasformazione in immediata certezza.
Lo vogliamo con tutti noi stessi e lo vogliamo subito.
Ed è per questo che la nostra prima e più naturale reazione è quella di cercare un legale, un avvocato che ci garantisca di tutelare i nostri interessi. Non ci facciamo scrupoli a richiedere al nostro avvocato di utilizzare ogni possibile mezzo per raggiungere i nostri scopi.
Sentiamo l’esigenza di avere ed ottenere per noi “giustizia” e confidiamo nella comprensione e nell’ascolto di un Tribunale, di un Giudice che immaginiamo pronto ad accogliere le nostre istanze.
Ed è proprio a questo punto che, di fronte a tanta preoccupazione, di fronte a quella che è la vera e propria disperazione che accompagna la fine di un progetto di vita, che l’avvocato familiarista ha il compito importante di portare ascolto paziente e non giudicante, conforto, chiarezza, prospettiva.
Ed è in questo contesto che l’avvocato dovrà necessariamente spiegare al proprio cliente che “mettere il proprio futuro nelle mani di un Giudice” spesso non è la scelta più soddisfacente in termini di soluzioni, tempi ed anche di costi.
Sarà importante che il cliente comprenda che ciò che rileva davanti al giudice non sempre sono i sentimenti, il vissuto emotivo della coppia. Anzi, ciò che è giuridicamente rilevante, ciò che va portato davanti al giudice e che il giudice valuta e considera, è solo una minima parte di quello che vorremmo dire, di quello che ci preme, di quello per cui vorremmo essere ascoltati e capiti.
Il Giudice baserà la sua decisione su una piccola parte del vissuto della coppia che peraltro dovrà essere rigorosamente dimostrata e provata e, sulla base di questa quantità limitata di dati, emanerà una decisione che determinerà il nostro futuro.
Proprio per questo motivo, salvi i casi in cui l’intervento del Giudice rimane imprescindibile e necessario, l’avvocato familiarista dovrà invitare il proprio cliente a valutare tutte le strade alternative al giudizio, strade che sono certamente difficili, ma che ci consentono di essere noi stessi i promotori e gli artefici di un accordo che tenga conto dei nostri interessi, di un accordo il cui contenuto potrà essere sperimentato e adattato alle esigenze attuali dei genitori e dei figli e che si adatti alla peculiarità di una coppia divisa ma di una famiglia in trasformazione ma che continua ad essere, sempre e comunque famiglia.