Anche i Giudici del Tribunale di Bologna, così come recentemente i Giudici del Tribunale di Milano, risolvono a favore dell’opportunità del Vaccino Anti Covid i contrasti famigliari relativamente alla sua somministrazione.

Nel caso in analisi non solo vi era un contrasto tra il padre e la madre, dichiaratasi sfavorevole al vaccino, ma anche un contrasto tra la madre e la figlia stessa che, sentita dai Giudici, ha espresso chiaramente la sua volontà di essere vaccinata.

Il caso

La figlia sedicenne di una coppia separata esprime il suo desiderio di sottoporsi al vaccino anti – COVID 19;
La madre si oppone;
Il Tribunale ascolta la ragazza;
Il padre, ottenuto il parere positivo del medico di base, chiede al Tribunale di Bologna di autorizzare la predetta somministrazione;

Il Tribunale di Bologna risolve il caso ritenendo che l’opposizione da parte della madre sia in contrasto non solo con la volontà manifestata dalla figlia, ma anche con la salvaguardia della salute psicofisica della minore. Per questo motivo il Tribunale ha autorizzato la somministrazione del vaccino alla 16enne e ha attribuito al padre la facoltà di condurre la minore in un centro vaccinale e sottoscrivere il relativo consenso informato anche in assenza del consenso dell’altro genitore.

Secondo l’art. 316 c.c. «l’affido condiviso di un minore ad entrambi i genitori comporta che questi ultimi esercitino la responsabilità genitoriale di comune accordo, tenendo conto delle capacità, delle inclinazioni naturali e delle aspirazioni del figlio». In caso di contrasto tra i due genitori, ciascuno di essi può ricorrere al giudice per «ottenere i provvedimenti ritenuti più idonei».

Nel caso qui in analisi non solo i genitori sono in contrasto circa le decisioni che riguardano la figlia, ma la figlia stessa ha espresso una sua volontà, in netto contrasto con quella materna.

In questi casi il figlio ha diritto ad esprimere la sua opinione e, quindi, ad essere opportunamente ascoltato dal Giudice. E in questo caso la ragazza ha ribadito davanti al Giudice la sua volontà di ricevere il vaccino anti COVID-19, sottolineando quanto per lei fosse «una grande fonte di sicurezza», sia per lei che per gli altri. Ha inoltre precisato che «per andare a scuola prendo mezzi pubblici frequentati da molte persone e spesso non mi sento tutelata dalla sola mascherina. Ho poi molti amici che mi piacerebbe frequentare anche in uscite improvvisate e non riesco a farlo se devo continuamente preoccuparmi di fare il tampone, per esempio per andare a mangiare al ristorante o al cinema o al teatro. Tutte cose che fanno parte o dovrebbero far parte della mia vita di adolescente». Riferendosi alla madre la ragazza ha sostenuto: «io capisco il suo ragionamento e le sue paure, ma credo che per me non farmi vaccinare non sia la cosa giusta».

Il Tribunale ha quindi ritenuto di «valorizzare la volontà» della 16enne che «deve ritenersi pienamente capace di discernimento, ovvero in grado di manifestare opinioni in merito a ciò che le sembra più opportuno per lei e di esprimere desideri confacenti al proprio benessere».

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Serena Polo

Avvocato a Bassano del Grappa (VI)